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Dalle vite del Buddha

Un giorno il Buddha narrò una delle sue vite precedenti all’illuminazione.

C’era un grande imperatore che aveva tre figli e il Buddha era stato il più giovane, di nome Mahasattva. Mahasattva era un bambino di natura dolce e compassionevole e considerava tutti gli esseri viventi come i figli.

Un giorno l’imperatore e la corte si recarono per una scampagnata nella foresta. I tre principi si allontanarono per giocare nei boschi e si imbatterono in una tigre che aveva appena partorito, così esausta e affamata che era sul punto di divorare i suoi piccoli. Mahasattva chiese ai fratelli: "Di che cosa avrebbe bisogno questa tigre per riprendersi?".

"Soltanto di carne fresca o sangue”. Risposero.

”Chi darebbe la propria carne e il proprio sangue per sfamarla, salvando la vita a lei e ai suoi piccoli?”, chiese ancora.

”Già! Chi mai lo farebbe?“, dissero i fratelli.

Mahasattva, profondamente toccato dalla situazione disperata dell’animale e dei cuccioli, pensò: “Da lungo tempo, esistenza dopo esistenza, vago inutilmente nel Samsara e, a causa del mio desiderio, della mia collera e della mia ignoranza ho fatto ben poco per aiutare gli altri. Ecco, finalmente, una grande occasione per rimediare".

I principi si accingevano a fare ritorno dal resto della famiglia, quando Mahasattva disse: “Voi due andate pure avanti, vi raggiungerò dopo“. Ritornò silenziosamente dalla tigre e le si stese davanti, offrendo se stesso come cibo. La tigre lo guardò, ma era così debole che non riusciva neppure ad aprire la bocca. Allora il principe prese un bastone appuntito e si fece una profonda ferita. Il sangue sgorgò, la tigre lo leccò e recuperò abbastanza forza per aprire le fauci e divorare Mahasattva.

Mahasattva aveva donato il proprio corpo alla tigre per salvare i cuccioli e, grazie al merito di questo gesto di compassione, rinacque in un regno superiore ove poter progredire verso l’illuminazione e la sua nascita futura, in cui sarebbe stato il Buddha. Con quell’atto non aveva solo favorito se stesso, perché il potere della sua compassione aveva purificato il karma della tigre e dei cuccioli, compreso ogni debito Karmico eventualmente contratto con lui per essere stati salvati in quel modo. Grazie alla potenza di quell’atto compassionevole, egli aveva creato in realtà una connessione Karmica con loro, destinata a perpetuarsi a lungo in futuro. E' detto che la tigre e i cuccioli che avevano ricevuto in dono la carne di Mahasattva rinacquero come i primi cinque discepoli del Buddha, i primissimi a riceverne l’insegnamento subito dopo l’illuminazione.